Mentre la better half delizia la cena dei bambini con Don’t worry, be happy all’ukulele penso a come, a volte, vengo fulminato da alcuni pezzi, per l’atmosfera, per l’energia, perchè semplicemente funzionano molto bene.

ciak

Quando componevamo con la band, il metro per decidere se un pezzo funzionasse era riuscire a immaginarsi una telecamera che girava mentre suonavamo il pezzo. Girava non nel senso figurato del riprendere, siamo nati troppo tardi per avere memoria della super 8, girava nel senso letterale del cameramen che gira attorno, riprendendoci.

Ci sono certe canzoni che hanno questa caratteristica intrinseca alla canzone stessa, al di là del genere, del gruppo, delle sue capacità di esecuzione o composizione.

Possono piacere o meno (i gusti son gusti e in tantissimi hanno gusti di merda: le mosche si sa dove sciamano), ma è innegabile che abbiano un non so che, seguano forse una qualche regola aurea o ritmo atavico che le fa in qualche modo toccare certe corde.

È un po’ che non faccio una compilation — e ho le mie buone ragioni —, e non ho pretese di farne una ora, perchè le compile hanno la necessità di essere studiate in un modo che finora ho sentito riassumere bene solo in Alta Fedeltà.

Ciononostante voglio offrirvi una selezione minima di brani in cui la telecamera gira, alcuni pezzi che stanno in piedi da soli, senza nient’altro attorno


E vi offro anche la bonus track che non c’entra un cazzo