Il mio rapporto col basket è sempre stato controverso.

Basketball

Ho iniziato a giocare da piccolo, perchè ero alto e sembrava appropiato, ma non ho mai sfondato, mi facevano fare tipo il centro, vista la statura, ma il mio ruolo sarebbe stato ala grande, grossomodo, più che altro perchè più che a Shaq, mi ispiravo a Malone. Questo dopo, però, ai tempi Shaq e Malone non sapevo chi fossero (anche perchè probabilmente non erano ancora dei “grandi”).

L’invidia però l’ho sempre portata per i John Stockton, quelli che riuscivano a fare l’ultimo passaggio, quelli in grado di liberare l’uomo e di fare la finta che spiazzava, quelli che erano in grado di cambiare il corso della partita.

In questi giorni sto facendo vedere ai miei figli alcuni spezzoni di NBA, dalla roba vecchia, giusto per ragionare assieme sulla grandezza di alcuni protagonisti, tipo Michael Jordan

(no, dico, avete visto cosa fa a 2:35?)

Ad un certo punto poi mi passarono ai grandi, non ricordo il nome della sezione ma subito fuori dal mini basket, perchè in una partita gli avversari avevano fatto male a un mio amico e da lì avevo giocato con l’agonismo che serviva per “crescere”, prima e unica volta, mai stato granchè competitivo di mio.

In Italia simpatizzavo per la Fortitudo, ai tempi di Sale e Carlton Myers, quando Bologna era basket city e io di Modena, città della pallavolo; In NBA per i Lakers pre Kobe (e per gli Utah Jazz, ça va sans dire), ma il cuore resta per cose come questa:

E seguo sporadicamente, mi emoziono per poco e a volte gioco ancora e i fondamentali no, quelli non si dimenticano.