Ho dato le dimissioni e firmato il contratto, per la prima volta in quest'ordine, ma cambiare lavoro ha una serie di implicazioni che vanno oltre alle formalità.

Per esempio cambia il tragitto per arrivarci e di conseguenza cambiano le routine. Inoltre, nell'attesa che cambino i colleghi, cambiano i rapporti con quelli attuali.

Una delle cose che mi mancherà di più, al netto della flessibilità di orari – da verificare – sarà la mia personal trainer. Stavo giusto cercando di capire con la mia compagna se posso ricavare qualche sera per continuare a vederla. So che altrimenti per un lungo periodo smetterei di andare del tutto e il mio bioritmo non me lo permettere, alla soglia dei 40.

Classico scambio su Whatsapp

Siamo diventati mezzi amici e sarà che la fatica abbassa le naturali difese, sarà la sua romanità che ispira immediata camaraderie, ma condividiamo anche cose abbastanza personali. Ad esempio, ieri mi ha raccontantato che sta pensando di trasferirsi col compagno, un ragazzo italiano di colore – sarà rilevante tra un attimo, non l'avrei specificato altrimenti.

Al momento, come capita a un sacco di stranieri a Londra, sta in casa con una tizia che le subaffitta, cash, senza averla aggiunta al contratto. Nulla di sorprendente.

La cosa sorprendente è stata la reazione della "padrona di casa" alla cortesia di anticiparle la notizia, in modo da darle tempo di organizzarsi: dopo essere passata sulla difensiva, se n'è uscita con una roba tipo "ma comunque pensaci bene perchè è vero che è Italiano, ma è anche un rifugiato".

Nel pomeriggio ho avuto un 1:1 con un collega che se ne andrà breve, precedentemente mio manager, con cui ho avuto sempre ottimi rapporti. Ha deciso di trovarsi un lavoro da coder puro e mi ha spiegato che la sua esperienza come manager è stata abbastanza deprimente: merda da sotto e da sopra, e mai un vero riconoscimento. Potrebbe avere senso pensare che non fosse il migliore dei manager, e forse davvero non lo era, ma capisco il punto di vista.

Nel cercare di spiegarmi il percorso che l'ha portato alla decisione, ha menzionato il rendersi conto di quando è stata l'ultima volta che ha trovato soddisfazione al lavoro. Tra le altre cose, ha aggiunto, quasi dandomi di gomito, "brutto da dire, ma eravamo 4 dudes bianchi sopra i trenta e anche se è vero che la diversity porta un sacco di valore, mettersi d'accordo quando si è simili è molto meno faticoso".

Mi verrebbe da dire grazie al cazzo; mi piacerebbe dissertare su quanto è disposto a far pagare agli altri, i non ragazzi bianchi 30enni, il suo sentirsi a suo agio; ma non posso fare a meno di focalizzarmi egoisticamente sul fatto che per un anno ho pensato fosse una persona diversa, che condividessimo gli stessi valori, e su quanto mi senta, senza averne alcun titolo, tradito.

Era un po' che non mi sentivo così solo.

Ma yet again: metafora di tutto.
E io ad Aprile avrò un lavoro nuovo.