Nuovo team, nuovo Marco.

Non è stato del tutto facile: ho dovuto affrontare le 5 fasi del lutto.

Non credevo sarebbe stato possibile che il nostro progetto venisse deprioritizzato; ho cercato di ragionare e spiegare perché in termini di business fosse una pessima idea; mi sono arrabbiato, ho discusso e ho combattuto per le mie ragioni 1 ; mi son un po' scoraggiato e, per la prima volta consapevolmente, ho attraversato una fase di ovvia depressione.

Poi ho staccato. Al ritorno ho toccato gli effetti del mio stato mentale sui miei rapporti personali. Queste 2 cose, assieme al supporto di un collega che mi ha seguito nel nuovo team, mi hanno permesso di cambiare prospettiva. Son ancora un po' edgy, ma ho deciso di smettere di bere per un periodo, anche per evitare di peggiorare il mio stato d'animo, e ho tagliato la barba, fresh start.

Questo Martedí sono entrato al lavoro con genuina voglia di imbarcarmi in questa nuova avventura e, per come stanno andando le cose in questi primi giorni, credo ci siano margini per avere un impatto sulle vite delle persone con cui lavoro – e del progetto, sí, ma ormai son sempre meno sviluppatore e sempre più manager 2 .

In un baretto punk ad Alicante, mi son trovato a fare uno di quei ragionamenti banali che nell'ebrezza del momento suonano illuminanti: l'uomo, inteso come specie, è in grado di adattarsi a qualunque situazione – abbiamo capito come vivere a condizioni climatiche estreme; il nostro cervello dopo un po' sposta odori o suoni spiacevoli sullo sfondo; etc –  eppure affrontare un cambiamento, anche il più banale, ci costa una quantità di energie esagerate rispetto all'impatto reale.

Con la sobrietà ho ridimensionato il mio genio e non punto più al nobel in antropologia.


1. mai stato un yes man in vita mia. Inoltre ho la scusa di essere Italiano, in UK funziona sempre.‌‌

2. fare carriera in ambito manageriale da un lato fa schifo, dall'altro offre un sacco di opportunità di fare la differenza. Un po' come crescere.