Amo il mio lavoro, capiamoci.
Lo amo veramente. Ho avuto la tremenda fortuna di venire pagato per fare quello che mi piace. E ho l'opportunità di farlo in paese in cui mi permette di mantere la mia famiglia e fare progetti – hint: non l'Italia.

Passo il tempo a risolvere problemi legati a un ambito, il web, che ho sempre trovato affascinante. E anche se qualche volta mi tocca ricorrere al codice per farlo, trovo che la dinamica che mi ci porta sia estremamente coinvolgente.

Inoltre spendo un sacco del mio tempo libero sviluppando progetti stupidini con gli strumenti che la mia professione mi mette a disposizione – per esempio quelli listati su inutile, il mio sito brutalistto.

Il lavoro però, a qualunque livello, è uno becero scambio di denaro per ore-uomo. Anche quando ami profondamente quello che fai. Un pensiero costruito 10 anni fa (più o meno precisi), quando non dormivo la notte per le follie dell'ambiente lavorativo a cui ero esposto – hint: in Italia.


We are not about long hours — we are about getting shit  done. If people have this mentality, they work long  hours because they want it. [...] they work at least 12, 13  hours a day. [...] A lot of people also  work on weekends.
il CEO di Revolut

Have fun.

Non voglio nemmeno cominciare la discussione su quanto disfunzionale sia l'approccio menageriale che giustifichi e supporti questa cultura aziendale. A Yoox ho iniziato a smettere di fare i weekend – non pagati, ma recuperabili – quando mi son reso conto che li calcolavano nel Gantt di progetto prima ancora di investigare le disponibilità dei dipendenti.

Il mio punto è che son scelte. Se vieni pagato adeguatamente e non hai necessità personali o famigliari che ti impongano altre priorità, be my guest.


Tutto sto pippone, per dire che la mia compagna, recentemente, mi ha fatto notare che ha perso il conto dei lavori che ho cambiato negli ultimi anni. Lei probabilmente scherzava, ma ogni volta che incontro una persona che non vedo da un po', mi trovo a rispondere "eh, ho cambiato lavoro, ancora" alla domanda "e a te come va?".

Chissà se il ritorno al mondo della moda, con Condé Nast e Vogue, porterà un po' di stabilità. Dopo i 5 anni a Yoox mi ero ripromesso "mai più", ma si invecchia.


Mio padre l'altro giorno ha detto ai miei figli

Ricordatevi che il lavoro nobilita l'uomo.

"Non diciamo cazzate" mi è uscito dalla bocca prima che riuscissi a elaborare cosa stavo dicendo.


* In caso l'immagine nella testata non sia nota, vi rimando al video per comprende a fondo il titolo del post