Ho realizzato il mio primo sito nel 1998 (il primo ufficiale, se non altro).

Avevo già giocato un bel po’ con Homesite (prima che fosse acquisito e ucciso da Macromedia, quando Adobe era ancora lontana), e FrontPage prima ancora, quindi la mia tesina per l’esame di maturità, visto che il nuovo ordinamento lo consentiva, non poteva che essere “multimediale”.

Inutile dire che non se la filò nessuno, nonostante fossi il solo nel mio istituto ad aver approfittato della cosa; mi chiesero dei contenuti, ma non una parola riguardo a come l’avevo fatta o anche solo al perchè.

Non ho idea di dove sia finita, devo averla in qualche dischetto, da qualche parte, a casa dei miei genitori.

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Ma non è l’unica cosa di cui ho perso traccia. Nel 2005, credo, io e Diego siamo partiti con la seconda versione di Gheminga, un giornale d’opinione scritto dal basso. Avevamo già provato qualche anno prima, in HTML statico, aggiungendo gli articoli a mano e lanciando uno script a riga di comando trovato in rete che aggiornava i menu negli html esistenti in base ai nuovi contenuti.

Sia la versione HTML, sia la successiva, scritta in asp classic dal sottoscritto, non saprei come recuperarle. Ho iniziato a fare backup maniacali solo qualche tempo dopo.

Di Gheminga però ha memoria internet e quindi vi copio/incollo una cosa che ho scritto l’8 Novembre 2005, quando sono dovuto tornare per la prima volta dal dentista dopo tipo 10 anni che riuscivo a schivarmela (sono stato traumatizzato da piccolo), si intitola “Novocaina per l’animo”.

Life is hard and so am I
You better give me something
So I don’t die
Novocaine for the soul
Before I sputter out

Life is white and I am black
Jesus and his lawyer
Are coming back
Oh my darling will you be here
Before I sputter out

[…]

Novovaine for the soul
You better give me something
To fill the hole
Before I sputter out

Vomitare (sputter out)…
esattamente quello che provo ripensandoci: ho sputato sangue, ho visto un pezzo che per 25 anni è rimasto attaccato al mio corpo in una vaschetta metallica umida della mia saliva, ho respirato polvere da un mio osso.

Vomitare.
Riassumo in fretta, senza impegno: mi si spacca un dente.
Vado dal demonio che mi diagnostica una qualche infezione dentro. Sono marcio. Mi parla di impianti, giunti, saldi e nessuno sconto: migliaia e migliaia di SOLDI per recuperare una vita decente. Vomitare.

E poi la luce: il mio demonio di fiducia, quello da cui andavo da piccolo e che da sempre mi spaventa, riequilibra i miei chackra informandomi che sono marcio da tantissimo tempo (quasi dieci anni) e che a meno di evoluzioni posso rimanere marcio ancora a lungo… Fantastico, penso io. Vomitare.

Comincio a riprendere fiato e ragionare: mi costerà comunque, ma sarà abbordabile. E una è andata.
Il dolore, recuperando il dente, senza giunti, impianti e tutto il resto, sarà assolutamente abbordabile essendo il dente devitalizzato. Aria pura. Piano piano passa la sensazione di dover. Vomitare.

E veniamo a oggi: prima seduta di una serie dedicata al “tooth rescue” detto anche “enduring freedom in your mouth”… avete mai notato che tutte le campagne militari U.S.A. se accompagnate da “in your mouth”, magicamente sembrano pubblicità di gomme americane? Secondo voi la lobby delle cicles centra qualcosa?

Mi vedo già il prossimo romanzo di un Wilbur Smith a caso in cui le multinazionali della Brooklin, segnate economicamente dalla condizione dentistica delle popolazioni occidentali finanziano di nascosto il fosforo (e tutto torna) per le guerre di espansione americane in modo da allargare il bacino d’utenza… GENIALE!!!

Vomitare.

Fine del Flashback, sto sputando sangue, il demonio ha vuotato il dente. Vomitare.
Passano pochi istanti e dopo una lastra mi informa che non c’è modo di salvare la parte di corona spezzata e che quindi passa a rimuoverla. Mi chiede “Ci do un tiro o vuoi l’anestesia?”. Vomitare.

Ovviamente, dopo l’inalazione di osso, qualsiasi droga è ben accetta, anzi, quasi mendicata.

Dopo di che “ci dà un tiro”. Vomitare, ma meno. In fondo sono drogato.

Life is good and I feel great
’cause mother says I was
A great mistake