Shape shifters è stata un'esibizione affascinante.

La giornata di Sabato è scivolata, lentamente, tra la mostra, il cibo indiano non del tutto soddisfacente, il freddo pungente passeggiando a Southbank e la Tate.

Londra è una città bellissima, qui dall'ultimo piano della Tate

Al rientro Marcello ha iniziato a lamentare dolori addominali e ha continuato a fare avanti e indietro dal letto fino alle 11, quando abbiamo capito che l'indiano non c'entrava e abbiamo contattato il corrispettivo della guardia medica, per poi portarlo in ospedale.

Un Uber, una lunga attesa, varie visite, la batteria del telefono scarica, anti-dolorifici e un caffè dopo, lo hanno ricoverato per una presunta appendicite.

Alle 6 del mattino, appena sdraiato, è crollato immediatamente. Il resto della giornata per me ha contorni un po' appannati: devo aver dormito un'ora circa prima di ricevere il cambio. A un certo punto, dopo aver dormito di nuovo sul divano in ospedale, sono rientrato a casa, mi son docciato, son ri-svenuto mentre il piccolo guardava un film, ho lavato i piatti e mi son preparato per uscire di nuovo. Questa volta con vari caricabatterie, tablet, switch, download su netflix, settimana enigmistica e qualcosa per cena.

Marcello è stato operato Lunedì mattina, dopo aver passato la Domenica a digiuno e tra vari ultrasound scan 1  per capire se effettivamente si trattava di appendicite – molti marker eran negativi e dagli scan non era chiaro, almeno finchè non è arrivato un dottore più esperto che, fortuna vuole, era stato chiamato per un'altra consulenza e si era reso disponibile a vedere anche noi.

Nei miei ricordi – la cui forma muta in base al tipo di attesa, evidentemente – dal momento della diagnosi alla dimissione, Martedì sera, il tempo è volato.


1. A proposito di forme: trovo affascinante l'arte degli scan a ultrasuoni.
Le immagini che corrono sullo schermo sembran film brutti di Carpenter e che ci siano persone che come moderni aruspici le sappiano decifrare e diagnosticare cose guardando quelle forme attorcigliarsi, che sappiano spostare la mano per inquadrare qualcosa che solo loro vedono, è una cosa bellissima.