From the point of creativity, if you have to keep thinking which words you can use and which you can’t, then that will stifle creativity 1 

Mi è capitato di recente un articolo che analizzava il mondo della UX e usava proprio il termine "stifle creativity" e il mio cervello non può fare a meno di tracciare un parallelo.

È scientificamente provato che mettere dei paletti aiuta la creatività e di base ci si arriva anche col "buon senso": avendo, per esempio, dei limiti di budget, si è più portati a trovare soluzioni creative, piuttosto che "gettare soldi al problema".

Al netto del discorso sulla cancel culture 2 , appellarsi all'imposizione di limiti come barriera per la creatività è il modo sbagliato di guardare al problema – indipendentemente dalla grandezza di chi lo afferma. E ciò vale praticamente in qualunque campo, compreso quello dell'arte (o della comicità).

Per dire, alcuni dei migliori scrittori e movimenti teatrali del mondo sono usciti dalla Russia Comunista – tra i primi che mi vengono in mente Bulgakov, una serie di poeti di cui confondo i nomi, Grotowski, Nekrosius... La censura in quanto tale non si mette di traverso alla creatività. Anche al giorno d'oggi, sotto il regime putiniano, troviamo un fervente movimento artistico 3 .

Poi certo, possiamo discutere di quanto sia giusto o meno ribellarsi alle forme di censura, che arrivino dall'alto o dal basso, ma vorrei veramente focalizzare l'attenzione su QUELLA frase, perché veicola messaggio pericoloso per la creatività: è come se dicesse che si può creare valore (artistico, o nello specifico, far ridere) solo in determinate condizioni 4 .


1. tratto da questo articolo.

2. che vorrei evitare, ho una vagonata di opinioni su come sia diventato lo spauracchio sventolato da un gruppo privilegiato per non rischiare di perdere l'accesso alle piattaforme a disposizione, ma non è il tema del post.

3. magari però son i russi, allora 🤷‍♀️

4. l'unica condizione reale che mi viene in mente è l'avere accesso a una piattaforma per distribuirlo 5 , più che i problemi legati alla possibilità di crearne muovendosi tra i parametri del consentito.

5. il che mi riporta a un discorso di privilegio.