Qualche tempo fa scrivevo di Una questione di stile.

È arrivato il tempo di un altro racconto / metafora coi nostri amici Renzo e Antonella. Solo che per l'occasione Renzo non si chiamerà Renzo, ma Giacomo, e Antonella non si chiamerà Antonella, ma Luisa. E Luisa non fa la sviluppatrice: detiene le redini 1  di prodotto. In sostanza si tratta di due persone realmente e metaforicamente diverse 🤷  2 .


Circa 2 settimane fa sono stato promosso al ruolo di Senior Engineer Manager, parolone per dire che guadagno poco deppiú, ma proprio poco, e devo gestire 2 team invece di 1. La cosa bella é che in teoria dovrei avere degli Engineering Manager a cui delegare.

C'é che un team, quello che avevo già, praticamente non necessita una persona dedicata 3 , mentre l'altro ha visto l'EM dare le dimissioni tipo 3gg prima che io venissi promosso, e ora tocca co-gestire il team col senior a cui sto facendo up-skilling del ruolo.


Luisa, la PM del nuovo team, è una workaholic con un fortissimo senso del dovere. Una che si butta a capofitto a prendersi carico di ogni responsabilità e che subentra se qualcuno si fa indietro, perché ci tiene, ma anche perchè, probabilmente anche per questioni di genere, sente di dover sempre dimostrare di essere capace, e fatica a chiedere aiuto per non apparire "debole". Ah, e L'EM che se ne va, ha checked out mentalmente tipo 3 mesi fa.

Inoltre Luisa sta passando un momento difficile, ha casini a casa ed é un po' tesa. Lo ammette lei per prima, ma solo a una cerchia ristretta, dicendo più o meno apertamente che é tesa perché il cane le ha mangiato i compiti di prodotto 4 .


Giacomo é un soggettino interessante. Dal momento in cui ho preso le redini del team e ho iniziato il mio onboarding è stato un costante "bè, e poi c'é Giacomino".

Sostanzialmente é un maniaco depresso che vede l'unica luce nel lavoro, ma che per questo non riesce a fare scelte equilibrate. È o all in giocando sul filo del burn out o ci entra a pié pari, senza passare dal via. E ci crede VERAMENTE troppo: si incazza, dice le cose come le pensa, senza filtri... Praticamente un Sirlisko senza social skills o birrini.

E nonostante l'attaccamento alla maglia è anche stato abbastanza a lungo in azienda da arrivare ad odiare molte cose, come in quei matrimoni in cui l'amore è appassito e resta il logorante fastidio delle piccole idiosincrasie di tutti i giorni.


Storm about to happen in Bologna, circa 2019
Interludio: Perfect storm? Perfect storm!

Giacomino si lamenta dello stand up di 1h (sí, porco cazzo, avete letto bene); Giacomino chiede pubblicamente se sappiamo ancora come si fan gli stand up; Giacomino si agita.

Arriva il momento della retrospettiva bisettimanale, in 8 votano che lo stand up é "problematico". Mi offro di proporre qualche sessione per rivisitare i processi, perché é una cosa che si riesce a fare senza dover avere molto contesto di quello che succede nel team, e poi son cintura nera di robe fumose. Tutti d'accordissimo.

Il giorno dopo l'invito e il formato dello stand up cambiano. Luisa ha deciso di cambiare senza avvisare nessuno, così, de botto, senza senso. Mi gira il cazzo, tanto, ma mi chiedo anche che cosa possa averle fatto fare un gesto del genere.

Salta fuori che il formato corrente, per sua stessa ammissione demmerda "imperfetto", l'ha ideato lei per venire incontro alle continue lamentele di Giacomino sul numero di meeting a cui era sottoposto. Per un po' aveva funzionato bene, forzando tutto il team a un lungo meeting al giorno ma solo a quello, e Giacomino non si era lamentato, salvo farsi venir la rogna e sbottare in congiunzione agli altri cambiamenti in corso. E ora il problema ero io, arrivato a rimestare le acque rischiando di riportare a galla i problemi.

😩


Ordunque.


Io e Luisa ci chiariamo, ascolto il suo problema, la rassicuro sul fatto che non è da sola, che ho le spalle larghe per gestire Giacomino e che se il cambiamento arriva da me ho gli strumenti – anche in termini di "mandato", cosa che magari a lei manca – e per un po' va tutto bene, salvo ritrovarmi con lei che esplode in un meeting di leads alignement con tutti i nostri rispettivi capi, per via che l'incertezza del momento non le permette di fare il suo lavoro.

Sono sorpreso, nuovamente in qualche modo frustrato dal blindsiding, ma in qualche modo rassegnato a dovermi aspettare queste cose in questo team.


Il giorno dopo ricevo un invito per un meeting con il mio boss, il suo boss – Augusto – e un rappresentate di HR. Augusto, personcina normalmente simpatica e affabile, è incazzato nero. Vuole che si faccia qualcosa per Giacomo, perchè il suo modo abrasivo di commentare su pretty much qualsiasi cosa è arrivata ai nervi (scoperti?) di Luisa, l'ha costretta a prendersi un paio di giorni per recuperare l'equilibrio, e le impedisce di svolgere il suo lavoro.


Prima di saltare a come è andata, vorrei chiarire che secondo me Augusto ha ragione.

I toni e i modi di Giacomino sono tossici e nocivi al team, indipendentemente da quanto Luisa possa avere ragione a considerarli attacchi personali. É un comportamento da intercettare.

Giacomo ha anche uno storico con HR, per una serie di conflitti che nel tempo lo hanno portato sull'orlo del richiamo ufficiale più di una volta.

Problema, però: questa volta NESSUNO gli aveva dato un feedback sul suo comportamento e dal mio punto di vista, nonostante la sua storia, passare da 0 a 100 senza dare la possibilità di cambiare comportamento è un problema 5 .

[fine della prima parte]


[Inizio della seconda parte]


1. come salcazzo si traduce product owner, di grazia?

2. che scherzo!

3. e voi vi chiederete "e che cazzo facevi tutto il giorno tu, allora?" ebbene, giovani padawan, per arrivare al team che funziona "da solo", io e la mia PM ci siam fatti il culo.

4. in realtà purtroppo le è successa una roba bruttarella forte, ma non son cazzi vostri.

5. e capiamoci: se Giacomino avesse mai fatto attacchi diretti a Luisa non avrei fatto questo punto, ma Giacomino ha sempre e solo fatto commenti – del cazzo, ma pur sempre commenti – su come il team gestiva il processo, mai diretti a Luisa direttamente o rivolgendoli a lei. Lei li viveva come un attacco perchè era consapevole che lui attaccava cose che aveva fatto lei, ma nel team che lei avesse questa responsabilità non era affatto esplicito.