L'altro giorno ho avuto un meltdown.

Ma partiamo con ordine: non sono nuovo ad avere crolli nervosi. ‌‌Il primo me lo ricordo da ragazzino.

Andavo in campeggio sugli Appennini, con un'organizzazione che proponeva una modalità favolosa – tanto che ci tornai per anni: sostanzialmente ci si divideva in 10 squadre da una 10ina di ragazzini e tutte le attività erano low key competitive, per vincere il premio finale 1 . Tutto era gamified, molto prima della gamification: dal fare il letto al presentarsi a tavola in orario, fino ai giochi veri e propri 2 .

Le domeniche erano "giorni coi genitori", che potevano venire a trovarti. I miei venivano una delle 2 domeniche – se non ricordo male, son pur passati quasi 30 anni. Un anno trovammo un bel prato in cui facemmo un picnic con i cugini. L'anno successivo sarei voluto tornare nello stesso posto. Sono impazzito e mi sono rifiutato di mangiare, di scendere prima dalla macchina e dalla seggiolina da camping poi, perché non eravamo tornati nello stesso posto. DOVEVAMO tornare nello stesso posto 3 .

Col senno di poi non dovrei stupirmi che mio figlio sia labilmente sullo spettro dell'autismo.


Vener‌dì il mio capo mi ha annunciato che avrebbe contato su di me per un compito importante. Una reorg aziendale ad ampio respiro di cui sarei stato advisor, andando a parlare con peer in tech e product e, appunto, proponendo una struttura aziendale che supporti la visione post merger. Un po' eccitato, un po' impanicato 4 .


Lo sbrocco è stato poca cosa, in realtà. Abbastanza underwhelming, quindi manco ve lo racconto, ma sappiate che era legato a doppia mandata con una catena di ristoranti e un katsu agognato e normalmente non solo buonissimo, ma anche tantissimo, e una consegna che invece prevedeva 4 pezzi di pollo/suola da scarpe e 4 bustine stile ketchup di katsu industriale.


Tutto questo per dire cosa? Che la nostra mental health è precaria e anche una buona notizia può sbilanciarci? Che smettere di correre regolarmente è stato un errore 5 ?  Anche niente, probabilmente solo per raccontarlo, che far sempre i fighi sull'internet poi ci si dimentica che siam quel che siamo.


1. uno scatolone di figurine, album, caramelle, giocattolini, ma soprattutto il potersi bullare con gli altri ragazzetti dell'aver vinto.

2. ruba bandiera, alce rossa, scalpo e tanti altri, ma il più divertente era "caccia all'uomo", in cui gli organizzatori del campo si sparpagliavano nei paesotti vicini, mascherati da locali e bisognava non solo trovarli, ma anche non fare figure di merda, molestando gli autoctoni, normalmente anziani e, in quanto montanari, burberi.

3. mai mi è passato dalla testa, fino ai primi sbrocchi di mio figlio, che i miei non avessero alcuna idea di che posto fosse, che avessero preso un posto a caso l'anno prima e che fosse assolutamente irragionevole da parte mia aspettarsi che avessero anche solo idea di dove fosse, 12 mesi dopo.

4. impostor syndrome, sì, ma anche che mi sa che è un po' un trial by fire per future posizioni in azienda, potrei sbagliare, staremo a vedere.

5. correre è stata decisamente un'ottima valvola di sfogo lo scorso anno. Quest'anno sembra sempre esserci qualcosa che mi impedisce di farlo. Trovare il ritmo è difficile 😫