La better half odia essere chiamata better half, dice che questa cosa di essere metà di qualcosa non le suona giusto. Non ricordo i dettagli, che la mia memoria ha solchi profondi, ma in sostanza non le piace, ecco.

Le parole sono importanti

Quindi dovrei trovarle un altro soprannome, perchè i precedenti morosa difficile, morosa cattiva e morosa violenta poco si addicono al nostro attuale stato civile (e la parola moglie non mi piace, proprio per come suona, gl è proprio un suonaccio, diciamolo).

Peccato, perchè il respiro internazionale di better half è innegabile.

A proposito di respiro internazionale: ho provato a esportare un po’ di Emilia ruspante, spiegando ai miei colleghi il “C’at vègna un cancher”, ma diciamo che lo spirito con cui veniva detto non è facilmente esprimibile a un popolo la cui offesa peggiore è un modo volgare di dire vagina. Ok, molto volgare, ma comunque…

In ufficio, in compenso, i colleghi portoghesi e francesi stanno imparando imprecazioni e gestualità ed è molto divertente quando, seduti tra me e il mio amico/collega italiano e semi-alcolista, per prenderci in giro mimano le nostre conversazioni a distanza accompagnandole da saltuarie bestemmie con R improbabili.

Per il momento, comunque, mi sposto su my significant other, che le farà cagare comunque, ma almeno riafferma la sua individualità e rimuove la sensazione che lei fosse la metà migliore. So che in fondo in fondo era quello che le dava fastidio, me lo ricordo come se fosse ora.