cedmax

my little journey through myself

Ci stiamo solo avvicinando dalla parte sbagliata.

Per quanto riguarda la storia di Shanley googlate, non ho voglia di raccontarla, vi lascio solo un indizio

Al meetup

January 19 2015 - In: vita vissuta cedmax

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Dice il mio collega semi-alcolista che volendo, a Londra, si potrebbe vivere di meetup: uno ogni sera, pizza e birra aggratis e, come aggiunge mentre scrivo, “magari incontri anche qualcuno che ti offre qualcosa”.

Ci aggiungete un abbonamento in palestra (50£/mese) per farsi la doccia e il fingere di andare via tardi e arrivare presto al lavoro (o l’iscrizione a un sito di couch surfing e la potenziale rotazione che consente una città di 8M di abitanti) e il risparmio è assicurato.

Will code HTML for food

Sarebbe da provare come esperimento sociale: vedere come si riesce davvero a viverci. Probabilmente però sarebbe snervante dover passare le serate ai meetup di Java per elemosinare una birra e un po’ di pizza.

Insomma, niente, era per dire che stasera sto andando al meetup di London Web Standards e non avrò tempo di fare un post come si deve.

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L’altro giorno il nostro project manager, che è un tipo molto attento al morale del team, oltre che ai numeri che raccoglie dalla nostra board, ha cercato di mitigare alcune critiche ricevute sul nostro sito con una cosa che suonava tipo:

It’s the people of the internets, you know them, they might have a point, just the tone of the comments can be somewhat caustic in a non-useful way I think […] Every user-facing team gets this sorts of scathing reviews every now and then – just in case anyone was getting demoralised.

Nel mentre io pensavo a perchè mai dovremmo sentirci demoralizzati per delle critiche a scelte di prodotto che non ci competono e che non sono state fatte da noi, ma la mia mente nel frattempo tornava alla mia band ska punk.

Durante la mia tarda adolescenza (20qualcosa) pubblicammo un disco che ricevette qualche buona recensione, ma anche delle sonore stroncature. Non che avessero tutti i torti: era obiettivamente registrato di merda, ma molti semplicemente non avevano colto lo spirito della band, che era nata principalmente per divertimento.

Il disco comunque faceva schifo, ma il punto è: eravamo preparati. Quando abbiamo deciso di rilasciare il disco con dentro una ballad emo e un pezzo death metal con tanto di growl, sapevamo che qualche purista del genere avrebbe detto che non avevamo uno stile nostro, o qualsiasi altra menata scrissero al riguardo. Semplicemente ignorammo il rischio perchè ci andava di farlo, ci andava bene così e non avevamo necessità di quel tipo di approvazione.

Ora, questo post era nato in inglese e non trovo un modo decente per tradurre come andò a finire col gruppo, quindi lo lascio così:

Then we split up and everything fucked up, but this is a whole different story.

Il punto è che essere preparati alla situazione peggiore è una forma mentale, oserei dire da perseguire. E non è che io sia pessimista, anzi, probabilmente sembro stupido da quanto sono naive e ottimista alle volte, ma ho troppo rispetto per me stesso per cadere nell’errore di demoralizzarmi e quindi sto pronto, nel caso tutto vada in vacca.

Ah ecco: poi ci siamo sciolti e tutto è andato in vacca, ma questa è un’altra storia.

La bile

January 16 2015 - In: vita vissuta cedmax

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Qualche giorno fa scrivevo in un commento su Facebook, in una conversazione in cui era stata inopinatamente citata, “ricordiamoci che la Fallaci sta bene dove sta”.

Non è una bella frase, niente a che vedere con Lebbra is the reason, ma comunque antipatica, se si sposta l’attenzione sulla persona e non sulle idee espresse nel commento precedente attraverso le sue parole.

Altra cosa è, se non si è un gruppo hard core, solidarizzare con un cancro altrui.
Ogni riferimento a fatti o personaggi realmente esistenti è puramente casuale. Ma diciamo, pourparler, che un personaggio politico annunciasse di avere il cancro e diciamo che tu, proprio tu che leggi, ti spendessi su un social network per dire quanto se lo merita..

Ecco, tu saresti uno stronzo.

keep-calm-and-sei-una-merda-2

Ho realizzato il mio primo sito nel 1998 (il primo ufficiale, se non altro).

Avevo già giocato un bel po’ con Homesite (prima che fosse acquisito e ucciso da Macromedia, quando Adobe era ancora lontana), e FrontPage prima ancora, quindi la mia tesina per l’esame di maturità, visto che il nuovo ordinamento lo consentiva, non poteva che essere “multimediale”.

Inutile dire che non se la filò nessuno, nonostante fossi il solo nel mio istituto ad aver approfittato della cosa; mi chiesero dei contenuti, ma non una parola riguardo a come l’avevo fatta o anche solo al perchè.

Non ho idea di dove sia finita, devo averla in qualche dischetto, da qualche parte, a casa dei miei genitori.

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Ma non è l’unica cosa di cui ho perso traccia. Nel 2005, credo, io e Diego siamo partiti con la seconda versione di Gheminga, un giornale d’opinione scritto dal basso. Avevamo già provato qualche anno prima, in HTML statico, aggiungendo gli articoli a mano e lanciando uno script a riga di comando trovato in rete che aggiornava i menu negli html esistenti in base ai nuovi contenuti.

Sia la versione HTML, sia la successiva, scritta in asp classic dal sottoscritto, non saprei come recuperarle. Ho iniziato a fare backup maniacali solo qualche tempo dopo.

Di Gheminga però ha memoria internet e quindi vi copio/incollo una cosa che ho scritto l’8 Novembre 2005, quando sono dovuto tornare per la prima volta dal dentista dopo tipo 10 anni che riuscivo a schivarmela (sono stato traumatizzato da piccolo), si intitola “Novocaina per l’animo”.

Life is hard and so am I
You better give me something
So I don’t die
Novocaine for the soul
Before I sputter out

Life is white and I am black
Jesus and his lawyer
Are coming back
Oh my darling will you be here
Before I sputter out

[…]

Novovaine for the soul
You better give me something
To fill the hole
Before I sputter out

Vomitare (sputter out)…
esattamente quello che provo ripensandoci: ho sputato sangue, ho visto un pezzo che per 25 anni è rimasto attaccato al mio corpo in una vaschetta metallica umida della mia saliva, ho respirato polvere da un mio osso.

Vomitare.
Riassumo in fretta, senza impegno: mi si spacca un dente.
Vado dal demonio che mi diagnostica una qualche infezione dentro. Sono marcio. Mi parla di impianti, giunti, saldi e nessuno sconto: migliaia e migliaia di SOLDI per recuperare una vita decente. Vomitare.

E poi la luce: il mio demonio di fiducia, quello da cui andavo da piccolo e che da sempre mi spaventa, riequilibra i miei chackra informandomi che sono marcio da tantissimo tempo (quasi dieci anni) e che a meno di evoluzioni posso rimanere marcio ancora a lungo… Fantastico, penso io. Vomitare.

Comincio a riprendere fiato e ragionare: mi costerà comunque, ma sarà abbordabile. E una è andata.
Il dolore, recuperando il dente, senza giunti, impianti e tutto il resto, sarà assolutamente abbordabile essendo il dente devitalizzato. Aria pura. Piano piano passa la sensazione di dover. Vomitare.

E veniamo a oggi: prima seduta di una serie dedicata al “tooth rescue” detto anche “enduring freedom in your mouth”… avete mai notato che tutte le campagne militari U.S.A. se accompagnate da “in your mouth”, magicamente sembrano pubblicità di gomme americane? Secondo voi la lobby delle cicles centra qualcosa?

Mi vedo già il prossimo romanzo di un Wilbur Smith a caso in cui le multinazionali della Brooklin, segnate economicamente dalla condizione dentistica delle popolazioni occidentali finanziano di nascosto il fosforo (e tutto torna) per le guerre di espansione americane in modo da allargare il bacino d’utenza… GENIALE!!!

Vomitare.

Fine del Flashback, sto sputando sangue, il demonio ha vuotato il dente. Vomitare.
Passano pochi istanti e dopo una lastra mi informa che non c’è modo di salvare la parte di corona spezzata e che quindi passa a rimuoverla. Mi chiede “Ci do un tiro o vuoi l’anestesia?”. Vomitare.

Ovviamente, dopo l’inalazione di osso, qualsiasi droga è ben accetta, anzi, quasi mendicata.

Dopo di che “ci dà un tiro”. Vomitare, ma meno. In fondo sono drogato.

Life is good and I feel great
’cause mother says I was
A great mistake