cedmax

my little journey through myself

Il Cynefin framework è un sistema che dovrebbe aiutare i manager, ma tutti in realtà, ad analizzare i problemi e prendere delle decisioni su come intervenire.

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È spiegato molto, molto bene in questo video, sono solo 8 minuti e vi farebbe bene.

If you start to believe that things are simple — you start to believe that they’re ordered, you start to believe in your own myths, you start to believe that past success means you are invulnerable to future failure — you effectively move to the complacent zone which is the boundary between simple and chaotic and you fall over the edge in a crisis… and recovery is very, very expensive

Volete che parliamo degli ultimi 30/35 anni di politica italiana?

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Nofx nelle orecchie mentre torno a casa, dopo una giornata lunga e estenuante, ma piena.

Respirare Londra passeggiando verso casa aiuta a mettere a fuoco e i nofx mi hanno sempre aiutato a concentrarmi (so fatto strano, che ci fate?).

La riunione involontariamente fiume su architettura js col team é stata la piú interessante da un po’; le conferenze — sí, plurale — che sto aiutando a organizzare pian piano prendono forma; io e Luca che battiamo con i Colorado qualcosa Flav e Rui e il loro spuntato Olympique Marseille a Fifa (e son soddisfazioni pure queste, fate il piacere).

Se fumassi ancora, invece di aver smesso quasi 6 anni fa, sarebbe una sigaretta lenta e me la godrei a fondo, al contrario di quelle frenetiche da stress, che poi é la fregatura del fumare, no, il fatto che si diventa cosí dipendenti da non rendersi conto che non esiste il silver bullet nemmeno tra le droghe?

E la cosa bella è che non mi manca, non oggi, e a casa mi aspetta la pizza del Lunedí (sempre sia lodata la better half).

E ora per favore guardatevi questo

Better half a teatro, bambini già a letto e nemmeno una birra in casa per passarsi il tempo. Qualche settimana fa avrei divorato una puntata di Sons of Anarchy, ma da dopo Natale sto cercando di non farmici risucchiare di nuovo. Non subito, quantomeno.

Discorso analogo per i fumetti: ho letto tantissimo nel 2014 e non voglio ancora che il 2015 prenda la stessa piega.

Se non altro vorrei aspettare che Fables giungesse al termine, per poter leggere quanto mi manca tutto d’un fiato.

Fables

A parte appunto Fables, ho consumato Y – The Last Man e Fist of the North Star (e letto tanti altri, tra cui Slam Dunk, Crossed, Walking Dead — che, se vi piaceva la serie tv prima che iniziasse a venir far voglia di cavarsi gli occhi dalla noia, dovreste recuperare).

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Ma pensandoci bene un Sons of Anarchy forse ci sta e visto che ho passato quasi mezz’ora a cercare un quote meraviglioso per chiudere il post, tratto da Fist of the North Star, che credevo di aver postato su Facebook (o meglio, che so di aver postato, ma non ricordo quando e non sono stato capace di ritrovare), per stasera posso considerarmi sconfitto e rinunciare. Prometto che riproverò.

No worries, Luca, faccio da solo

Rientro ora ora da un’ora abbondante di basket.
Dovrei giocare coi colleghi ogni Venerdì dopo il lavoro.

Dico dovrei perchè, tra una cosa e l’altra, era da Novembre che non partecipavo e mi mancava molto. Quindi, anche se oggi ho lavorato solo la mattina (e da casa), poi ho attraversato Londra per andare a giocare.

Ma la cosa forse più bella di oggi è il motivo per cui ho lavorato solo mezza giornata: la classe di mio figlio aveva programmato una visita guidata all’Emirates Stadium.

Ho iniziato a seguire l’Arsenal dopo aver letto Fever Pitch e da allora mia seconda squadra del cuore (da interista pre-era Moratti non potevo che provare empatia).

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Quindi, riassumendo: il piu’ grave atto terroristico compiuto in Europa (la strage in Norvegia dei giovani socialisti, un centinaio di ragazzi morti), è stato opera di un assassino che sosteneva il recupero delle radici cristiane dell’Europa stessa. Il povero poliziotto ucciso nell’attentato di ieri, di matrice islamica, era un islamico anch’egli. Sono solo i teorici dello “scontro di civiltà” quelli che non hanno ancora capito che l’unico scontro di civiltà è quello tra chi è civile e chi non lo è.

Non riesco davvero a trovare le parole adatte per spiegarmi quello che è successo ieri a Parigi. Per quello uso quelle di altri.

Gipi

Ho letto tanto al riguardo e almeno altrettanto ho schivato, perchè non me la sentivo. E ricomincia la paura, la paura che il martirio di chi ha speso tutto per professare la sua libertà di espressione, diventi causa di un giro di vite sulle libertà individuali e civili, portando la nostra società più vicina a come la vorrebbe chi ha commesso questi reati vili e vigliacchi.

E poi la paura del fatto che ora siamo tutti Charlie, anche chi non sa cosa Charlie sia, anche chi domani si dimenticherà di Charlie, anche chi (e sicuramente qualcuno c’è) “e però un po’ se la sono cercata”.

E poi del fatto che se siamo tutti Charlie, nessuno è Charlie.
E questo fa paura.

Per quanto mi riguarda ha senso (e dovrebbe essere possibile) ridere di tutto* senza che questo porti odio, perchè il problema non è la risata, ma la reazione alla risata ed è sbagliato spostare l’attenzione sulla risata stessa, come se fosse la causa dell’odio.

Piccolo inciso inutile per alleggerire un po’: ricordo che una sera ubriaco con amici, a Saragozza, mi sono inerpicato in una discussione, da cui deriva il titolo del post, in cui tentavo di dimostrare che l’amore può generare odio, pour parler.
Non ne vado fiero ed è ovviamente una cazzata, ma da avvocato del diavolo sostenni che se Luca ama Anna e Anna lo tradisce con Carlo, se Luca perdesse la testa commettendo un gesto inconsulto, il suo amore avrebbe generato un atto d’odio.

Ecco.

Fine del piccolo inciso.

La paura fa parte della vita, quando hai qualcosa da perdere, Fight Club insegna.
Io non so se riuscirei ad essere Giordano Bruno o se finirei per essere Galielo, temo il secondo, ma a volte i contesti fanno miracoli ed è facile dal mio divano non rendersi conto.

* A meno che non si rida delle vittime, perchè quella è violenza. Se io rido di una tua credenza su un giornale ti basta non comprarlo, se rido di una tua credenza puntando il dito a te per strada è bullismo e violenza (che tra l’altro è la differenza tra Charlie e i tanti “io non sono mica razzista, però”).